Sapete qual è la differenza tra un monastero, una abbazia e un convento? O da cosa nasce il famoso detto “non hai voce in capitolo”? E perché la famosa Via Francigena è un falso storico? Potrei spiegarvelo io ma preferisco darvi un suggerimento: vale la pena farselo raccontare da Maurizio, una delle fantastiche guide dell’Abbazia di san Giovanni Evangelista di Parma.

Ho sempre avuto una predilezione fin da piccola per i luoghi di culto, per la spiritualità l’energia che emanano e anche il mistero e la curiosità delle loro storie.

Pur vivendo a Parma da sette anni ho scoperto solo di recente la bellezza di San Giovanni, che sorge nell’attuale centro cittadino, grazie ad un appuntamento di lavoro e alla disponibilità di Maurizio che al termine dell’incontro si è reso disponibile per una visita guidata.

Costruita originariamente nel 980, l’Abbazia venne danneggiata da un incendio nel 1477.  Ricostruita a partire dal 1490 è dal 1810 di proprietà dello stato ed ospita ancora pochi monaci. È stata una delle 4 abbazie più grandi d’Europa.

Sono oggi visitabili, oltre alla Chiesa, i chiostri attorno ai quali ruota il Monastero, la splendida Biblioteca Monumentale, il Capitolo, la Sacrestia e il Refettorio.

La nostra visita è partita dalla Biblioteca Monumentale, una calamita per gli occhi, grazie agli splendidi affreschi che ne impreziosiscono pareti, volte e soffitti e che hanno sostituito in parte, nel tempo, i libri fungendo essi stessi da veri e proprio strumenti di cultura visiva grazie ai racconti che si susseguo immagine dopo immagine, tra citazioni in quattro lingue – latino, ebraico, greco e siriano – mappe storiche, simboli religiosi a testimonianza di un dialogo ecumenico che già allora si avvertiva necessario.

Splendida la rappresentazione della battaglia di Lepanto nella quale si distingue la figura di Alessandro Farnese, Duca di Parma e Piacenza, sagace politico ed abilissimo condottiero che a Lepanto fece suo il tesoro della flotta ottomana.

Lasciata la biblioteca ancora con la bellezza negli occhi, Maurizio ci ha guidati attraverso i chiostri alla scoperta del Capitolo, luogo dove la comunità monastica si riunisce ancora oggi per discutere e decidere su temi importanti riguardanti i suoi membri.

La Sacrestia è del 1540 ed ospita un altare che custodisce le reliquie di San Tarcisio, il protettore dei “chierichetti” (oggi ministranti dato che il ruolo è svolto da fedeli laici, siano essi uomini che donne  e non da giovani chierici come tradizionalmente si usava). Un altare un po’ magico che, grazie ad un gioco di livelli nel pavimento – impercettibile alla vista – avvolge il visitatore che si avvicina nella sensazione di essere fisicamente attratto verso l’altare stesso.

Nello stesso chiostro in cui si affaccia il Capitolo, si trova l’accesso al Refettorio principale saccheggiato purtroppo dagli arredi nel corso degli anni,  dove ancor oggi i monaci consumano i loro pasti tra gli scorci degli affreschi rimasti, tra i quali due del Correggio. Un tempo i refettori erano tre: oltre al principale c’era quello dedicato ai malati, che avevano esigenze alimentari diverse rispetto a quelle dei monaci e quello per i pellegrini con i quali si soffermava spesso anche l’abate, magari a farsi raccontare i dettagli dei loro viaggi o – chissà – ad aggiornarsi su quanto accadeva nel mondo esterno.

Un tempo la vasta area su cui sorgeva l‘abbazia, che comprendeva anche un grande giardino ed un orto, era delimitata dalle case nelle quali vivevano le maestranze che lavoravano nel complesso monastico. In un di queste case nasce anche Maurizio, la nostra guida, un tempo comandante delle forze speciali della Folgore, – “pioniere dell’informatica” come ama definirsi – ed oggi specialissima  volontaria guida turistica, in segno di riconoscenza verso i monaci che lo inviarono, giovane e cagionevole di salute nella Colonia Pio XII di Misurina, gestita dalla Pontifica Opera di Assistenza. Soggiorni grazie ai quali, racconta Maurizio che oggi ha 70 anni, ha sempre goduto di ottima salute.

E io non posso che ringraziarlo per la passione, la capacità narrativa, gli aneddoti e la simpatia trasmessa nel corso della vista. Unica pecca della giornata…? Volevo imparare qualche frase in dialetto parmigiano tra quelle citate da Maurizio. Secondo lui non c’è storia, non ce la posso fare… … il mio accento veneto rema contro. Non posso che farmene una ragione!

Abbazia di San Giovanni Evangelista

Piazzale S. Giovanni, 1, 43121 Parma PR

Tel: 05211651508
Mail: info@monasterosangiovanni.com

Chiesa: aperta da tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Monastero: aperto da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 12.00; chiuso giovedì e domenica.
I chiostri e la biblioteca sono visitabili durante gli orari di apertura della portineria.
L’ingresso è gratuito.

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