Mi sono sempre ritenuta una “turista fai da te”. E devo dire che poche volte ho sbagliato. Però ho scoperto anche che non per tutto il “fai da te” è una formula che funziona o che può avere un miglior vantaggio costi/benefici. A volte affidarsi a professionisti può riservare piacevoli sorprese. Anche per clienti esigenti e rompiscatole come me.

Ormai da un po’ di anni, al termine della scuola, io e Mario Alberto, mio figlio, ci dedichiamo qualche giorno di vacanza madre-figlio. Abbiamo girato molte capitali europee e visitato con calma bellissime città italiane.

Nel 2019 abbiamo realizzato un sogno coltivato per lungo tempo: l’Islanda. A gennaio ci siamo messi a guardare i voli e, dati i prezzi abbastanza convenienti, abbiamo prenotato l’aereo. Viaggio Lufthansa da Milano con scalo a Francoforte. Non lo sapevamo ma già qui abbiamo fatto un errore, perché non sapevamo che di lì a poco sarebbe stato operativo un volo diretto ancora più economico (una qualsiasi agenzia lo avrebbe saputo).

A marzo ci siamo messi a cercare un hotel a Reykjavík. La nostra idea era fare base lì e poi noleggiare un’auto. Se avessimo perseguito questa strada il nostro viaggio non sarebbe stato il viaggio più emozionante della nostra vita.

Per fortuna il web, che è sempre attento alle tue esigenze (qualcuno direbbe che “ci spia”. Si è vero…ma se non vuoi farti spiare non andare a cercare su google quello che ti interessa….). Per caso, tra ricerche e ricerche e hotel costosissimi (perché la vita in Islanda è davvero cara) e poco attraenti, mi sono imbattuta in EVANEOS. Ho scaricato una App, fatta benissimo oltretutto, ho inserito una breve descrizione di quello che cercavo e nel giro di pochissimo tempo sono stata contattata da Francesco “Il mio agente locale” in Islanda. Si, il bello di EVANEOS è proprio questo: chi ti organizza la vacanza è una persona che parla perfettamente la tua lingua, vive nel luogo dove vuoi recarti e quindi lo conosce molto bene. Non poco…

Un veloce scambio di messaggi, comprensivi delle raccomandazioni di rito del tipo “voglio spendere poco, mangiare bene, hotel belli, e vedere cose bellissime” e soprattutto: NO VIAGGI DI GRUPPO. Io e Mario Alberto amiamo viaggiare soli.

Francesco ha realizzato il nostro sogno, sotto tutti i punti di vista. Senza di lui non saremmo arrivati a vedere quello che abbiamo visto, a dormire in luoghi magici e godere di panorami mozzafiato. E in più sapere che lui era in Islanda a pochi km da noi, che seguiva i nostri spostamenti o ci poteva aiutare in caso di bisogno, è stato un valore aggiunto non indifferente.

Il nostro viaggio, se avete voglia di continuare a leggere, lo trovate qui a seguire.

Ma attenzione…rischiate di innamorarvi dell’Islanda e voler partire subito! Con EVANEOS chiaramente!

ISLANDA. Primo giorno

Colore e calore

Partiti da Keflavik, dove siamo atterrati dopo un volo di circa tre ore da Francoforte, abbiamo ritirato la macchina e ci siamo diretti verso la Blue Lagoon. Siamo rimasti subito incantati dalla bellezza della natura e dei suoi colori. Distese di rocce nere che ricordano tratti della Death Valley, intervallate da macchie di stupendi fiori viola da un lato e il blu cobalto del mare dall’atro. Poco traffico, strade in ordine. Ogni tanto qualche macchia di verde e pini. 

La Blue Lagoon è uno spettacolo per gli occhi e una pausa rigenerante per il corpo. Con un braccialetto elettronico ti muovi ovunque, apri il tuo armadietto, puoi bere ogni tipo di bevanda direttamente dalla piscina, dalle centrifughe di frutta a cocktail e vino. Temperatura dell’acqua perfetta. E fuori non fa freddo. 

Dopo un paio d’ore ripartiamo per Reykjavík, la capitale con 122 mila abitanti. Lasciamo le nostre cose in hotel e giriamo un po’ per la città, tra colori intensi e forme nordiche, fino alla torre della cattedrale, Hallgrímskirkja. Non riusciamo a resistere alla tentazione e saliamo fino in cima. Qui ci incanta una meravigliosa vista sulla città e il mare. 

L’appetito chiama, pertanto ci mettiamo alla ricerca di un posticino dove mangiare. Non ne mancano, sia chiaro, ma la golosità che ci contraddistingue ci impedisce di entrare in un posto qualsiasi. Alla fine optiamo per il www.grillmarkadurinn.is , con cucina a vista e la possibilità di scegliere tra carne e pesce. Scelta chiaramente indovinata. 

Usciamo e la cosa che colpisce è che c’è ancora tantissima luce. Sono le 21.30 ma servono gli occhiali da sole. Ancora qualche passo tra i negozi (molti aperti) della città e poi la stanchezza prende il sopravvento. La luce è impressionante, sembra pieno giorno. Un po’ di buio fa capolino verso le due di notte. Una foto sul porto dalla stanza…. ma i colori del tramonto sono il massimo dell’oscurità che le notti islandesi regalano…..

ISLANDA. Secondo giorno. 

Partiamo da Reykjavík dopo una breve visita alla Cattedrale Cattolica di Cristo Re.  Il nostro viaggio verso il Golden Circle inizia tra prati verdi incontaminati e colorati dai meravigliosi lupini artici. Prima tappa il parco Nazionale di Pingvellir, luogo del primo parlamento.

Qui il lago Thingvallavatn bagna le sponde di uno degli angoli più remoti del mondo: la fossa tettonica islandese, dove due placche terrestri si allontanano da 1 a 18 millimetri ogni anno e segnano il loro punto di ‘incontro’. La zolla americana e quella euroasiatica sono nettamente distinguibili ed abbiamo camminato dentro al canyon che si è venuto a creare e che si allarga di anno in anno: si tratta della faglia di Almannagjá.

Seconda tappa l’area geotermale di Geysir, uno dei fenomeni naturali più imprevedibili che esistano! Puoi aspettare pochi minuti o mezz’ora …. è solo la natura che decide quando riempirti gli occhi di stupore vero. Uno stupore che esce dalla terra dei ghiacci a 250 gradi celsius.

Lasciato Geysir partiamo per vedere la regina delle cascate, Gulfoss con il suo doppio salto che scende nel cuore della terra. L’enorme quantità di acqua e il rumore assordante eliminano ogni traccia di inquinamento ambientale…. (dovuto al vociare fitto di giapponesi, tedeschi, finlandesi, ecc ecc ecc). Di fronte alla Regina Gulfoss tutti diventiamo muti…e con il silenzio attorno anche il cuore e la mente trovano pace. 

Una breve tappa alla fonte termale più antica d’Islanda, la Secret Lagoon, e poi di nuovo in viaggio alla volta di Kerio, il cratere spento di un antico vulcano. Quello che ci colpisce di più nel viaggio è la bellezza della natura… che cambia volto ed aspetto all’improvviso, kilometro dopo kilometro. Da praterie sterminate percorse da fiumi lenti e sinuosi, distese di lupini artici a fitte foreste dalle quali spuntano come funghi le punte dei tetti colorati delle case immerse in un verde abbraccio protettivo. E poi laghi sconfinati, lucenti, bellissimi… e rocce… e brughiera… un cambio di forme e di colori che lascia senza parole e ti invita a  fermarti in continuazione per fissare la meraviglia negli occhi. 

Un bel giro intorno al cratere e poi con calma verso Fragrabbeka Guesthouse che ci accoglierà per la notte. E qui, come se la bellezza della giornata non fosse stata abbastanza, ci aspetta un’esperienza che non dimenticheremo facilmente. Una notte in uno chalet di legno circondato solo da praterie, un fiume che le attraversa, cavalli allo stato brado e sullo sfondo i due vulcani d’Islanda con le cime innevate. Non ci sono parole. Ma non servono. Perché il silenzio e gli occhi riempiono ogni angolo di pelle con mille emozioni.

Non la troverete su internet…. Questa è una delle più belle soprese che Francesco di EVANEOS ci ha riservato.

Islanda. Terzo giorno

Acqua e ghiaccio

La notte nella nostra casetta in legno di Fragrabbreka Guesthouse  (anche se qui la notte in questo momento e fino ad agosto non esiste) ci ha ricaricati. Altra magia di questi luoghi sono i profumi dell’aria. Dove siamo si respira montagna, con il pino mugo, la resina, il sottobosco… ma in pochi kilometri ti entra nei polmoni l’aria  sapida del mare, o ti pungono le narici gli  inconfondibili effluvi dal carattere sulfureo.  

Iniziamo la giornata con le cascate del sud. La prima è la romantica Seljandsfoss…. ci camminiamo attorno godendola da ogni lato. È meravigliosa… non ci sono altre parole. Sosta successiva: Skogafoss. Questa non è una cascata… è una potenza…. oltre alla doccia completa che facciamo quando ci avviciniamo, restiamo colpiti dalla forza dell’acqua che, unita al vento… fa perdere completamente l’equilibrio.. le particelle sottili diventano nebbia… e ad un certo punto non si vede più dove si sta andando. Ridiamo e ridiamo….

In strada verso Vik, è d’obbligo una deviazione. Con la nostra mitica Suzuki Baleno (non l’avevo mai sentita nominare…) ci inerpichiamo (a fatica) su una strada sterrata in salita che sembra non finire mai. Un po’ di apprensione ma quello che troviamo merita davvero il viaggio…. un panorama mozzafiato sull’oceano e la cupa spiaggia di Reynisfjara che lo lambisce, le rocce che imponenti si ergono dal mare, evocando ricordi ancestrali di popoli vikinghi. 

Visitiamo la  spiaggia di Vik e i neri faraglioni che spuntano dall’acqua come dita giganti. Mario lascia il segno… e costruisce il suo “omino di pietra”…

Da qui, attraverso un paesaggio sempre più desolato, cosparso per lunghi tratti da muschi e licheni, giungiamo ai piedi di un nebbioso Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d’Europa e terza calotta glaciale più grande al mondo. Fa freddo…. c’è nebbia… piovono gocce sottilissime… ma non ce ne importa nulla…. perché ci stiamo divertendo come i pazzi condividendo – su un percorso di oltre 300 kilometri, emozioni, segreti, sogni e paure. Arriviamo al nostro hotel, camera con vista…. sul nulla…. un infinita brughiera lambita da un mare scuro che invita ad infilarsi sotto un caldo piumone. Ma prima mi concedo un ottimo Margarita…. è o non è vacanza…?  Buona notte Islanda. 

Islanda. Quarto giorno. 

Stupore e meraviglia

Ci alziamo presto perché ci aspetta forse uno dei passaggi più sconosciuti, almeno per noi, tra le meraviglie di quest’isola: il giro in zodiac tra gli iceberg fino ai piedi del ghiacciaio.

Abbiamo scelto il lago  minore Fjallsarlon anziché il gigantesco Jokulsarlon per essere più tranquilli, e la scelta si è dimostrata vincente. Quando arriviamo, scesi dalla macchina,  facciamo fatica a raggiungere il punto di ritrovo. Fa freddo e  il vento spinge a 72km/h, 20m/secondo. L’acqua è decisamente increspata. Ci imbragano come omini Michelin, ma queste “divise” tengono caldo e proteggono. 5 minuti a piedi e raggiungiamo la spiaggia di partenza. Il vento fa paura. Lo zodiac parte lento e già dopo poco imbarca acqua…. la lotta contro le onde è impervia… becchiamo acqua da ogni angolazione…. ma il viaggio e la paura  contano poco perché arrivare ai piedi del ghiacciaio e navigare tra le isole di ghiaccio è una esperienza incredibile. Escono anche per 20 metri in altezza… e sotto ce ne sono almeno 140. Emozioni forti, non ci sono parole, non ci sono descrizioni. Rientriamo alla base dopo quasi due ore con una gioia immensa negli occhi e nel cuore. Un cambio svelto in macchina, indumenti asciutti, e poi un caffè caldo e si ricominciano a sentire gambe e mani!!! Con calma ci rimettiamo in viaggio verso lo Jokulsaron. Su indicazione delle nostra preziosa guida Francesco, ci fermiamo in una delle 4 piazzole di sosta prima del lago. Non c’è nessuno, scendiamo sulla spiaggia avvolti da un silenzio assordante interrotto solo dal rumore del vento. E quello che i nostri occhi vedono è nuovamente impagabile. Cristalli? Diamanti? Pizzi preziosi? I giochi del ghiaccio lasciano spazio alla fantasia. E ancora uno stupore unico e autentico, che desta emozioni fortissime prende il sopravvento su tutto. 

Ancora una simpatica sorpresa ci aspetta, sulla spiaggia dei diamanti. Tantissimi leoni marini che si avvicinano, ci guardano, giocano, per poi andare a spiaggiarsi su una sottile lingua di sabbia. 

Riprendiamo la macchina e ci incamminiamo verso Hella, per un totale di quasi 400 km da inizio giornata.  Parte della strada del ritorno l’avevamo già fatta. Ma davanti a noi, complice il sole e un cielo limpido, si svela un paesaggio completamente diverso da quello grigio visto in andata a causa delle nuvole e della pioggia. Sterminate verdi praterie, montagne rocciose che si tuffano nel mare, corsi d’acqua che sinuosi percorrono le vallate. Cascate che scendono e animali al pascolo. Qua e là qualche casa. 

Ci imbattiamo anche in una cosa un po’ buffa… un reticolato completamente cosparso di reggiseni e mutande….. ci pensiamo un po’… poi l’unica cosa giusta ci sembra quella di lasciare appeso anche qualcosa di nostro!!!  Rientriamo ad Hella stanchi ma felici. Domani si parte. E questo paese è stata una sorpresa continua. 

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